giovedì 11 dicembre 2008

Virginia Woolf



Virginia Woolf, English writer

(1882-1941)

lunedì 3 novembre 2008

INVECE NO - NUOVO SINGOLO DI LAURA

Forse bastava respirare, solo respirare un pò
fino a riprendersi ogni battito
e non cercare l’attimo, per andar via (non andare via)
perchè non può essere abitudine dicembre senza te,
chi resta qui spera l’impossibile

Invece no, non c’è
più tempo per spiegare
per chiedere se ti avevo dato amore
io sono qui e avrei da dire ancora, ancora

Perche si spezzano tra i denti
le cose più importanti, quelle parole
che non osiamo mai
e faccio un tuffo nel dolore,
per farle risalire portarle qui, una per una qui
le senti tu…pesano e si posano per sempre su di noi
e se manchi tu, io non so riperterle
io non riesco a dirle più

Invece no, qui piovono i ricordi
ed io farei di più, di ammettere che è tardi
come vorrei,
poter parlare ancora ancora

E Invece no, non ho più tempo per spiegare
avevo anch’io ( io) qualcosa da sperare
davanti a me
qualcosa da finire insieme a te.

Forse mi basta respirare
solo respirare un pò ...
Forse è Tardi, forse invece no.

sabato 25 ottobre 2008

RACCONTO: VIAGGIANDO IN METRO

Mancano dieci minuti... solo dieci minuti.
Maledizione! Questa metropolitana è troppo piena, ancora un po’ e soffoco, vorrei tanto poter essere più vicino alla finestra per respirare meglio, ma non posso muovermi. Non posso. Non ancora...


Sara guarda l’orologio e poi sbircia lo schermo del suo cellulare. Lui non le ha ancora risposto al messaggio di ieri sera. Perché? Cosa aveva scritto di male?
Ti amo.
Due parole. Due splendide parole, dolci, sincere, semplicemente la verità.
Ormai si frequentavano da un paio di mesi. All’inizio non gli piaceva, sembrava il classico sbruffone che le ragazze le usa soltanto.
Invece, pian piano, si era resa conto che forse era diverso. Non era come le sue amiche lo descrivevano. Era gentile con lei. L’aveva portata al cinema, al lago... posti meravigliosi.
E adesso? Com’è che i ragazzi si spaventano sempre davanti ad una frase come TI AMO?
Voleva sapere la risposta.
Era già successo una volta che un ragazzo le era sfuggito per colpa di un messaggio.
Stavolta no. Thomas non sarebbe andato da nessuna parte.



Poche fermate e poi sarà tutto finito. Spero soltanto di non essermi dimenticato niente. Con tutte queste persone non si sa mai. Uno potrebbe allungare una mano e frugarti nello zaino, per poi scappare. Nel mio caso, non troverebbero niente di valore, perché non ho portato denaro con me. Il denaro in queste situazioni non serve.
Che succede?
Oh, no. Ecco che ci risiamo. Ci mancava solo il violinista...


Niko si fa largo fra la folla e inizia a suonare, come tutte le mattine alla stessa ora. Non racimola granché e suo padre, quando rientra la sera tardi, non perde occasione per rimproverarlo. Forse, dovrebbe imparare a suonare meglio o dovrebbe suonare qualcosa di più allegro. Ma lui non conosce canzoni allegre. L’unica musica che conosce è quella del suo paese, la Romania. Quanto tempo che non vede la Romania... tantissimo. Una vita intera.


Cinque minuti...
Grazie a Dio tra poco mi libererò di questo fardello. Non si poteva attendere oltre.


Giorgio prende cinquanta centesimi dal portafoglio e li mette nel bicchiere di carta dello zingaro, che trascina un violino quasi più pesante di lui. Un attimo dopo aver ascoltato il rumore sordo della moneta sul fondo del contenitore, si chiede perché l’ha fatto. Non da mai soldi agli zingari e un sacco di volte gli hanno raccomandato di non cedere ad un simile senso di pietà, perché sarebbe come contribuire all’alimentazione di un racket che sfrutta i bambini per ottenere denaro sporco.
Sua moglie lo sta guardando. Sorride.
La loro bambina sta dormendo nel passeggino. Strano, di solito fa i capricci appena salgono in metropolitana.
C’è una prima volta per tutti...


Tre minuti...
La gente intorno a me, zingaro compreso forse, crede che io debba provare terrore, quel terrore tipico di ogni essere umano nei confronti della morte, nei confronti della solitudine. Credono che io debba vergognarmi, sentire quel senso intollerabile di ansia, nausea e senso di colpa che caratterizza gli esseri che commettono una sciocchezza irreparabile.
Invece no. Non mi sento in colpa.
E non ho paura. I miei maestri mi hanno insegnato a non averne...


L’oroscopo non promette niente di buono. Francesca non può evitare di pensarlo. Appena ha letto le previsioni della giornata, ha capito che non sarebbe dovuta uscire di casa. C’è la verifica di matematica, oggi. Lei è una frana in matematica. Senza contare che ci sono le prove del suo gruppo, alle quattro.
Hanno mandato il loro cd con alcune basi ad una casa discografica.
Sono passati due giorni dalla spedizione e già non sta più nella pelle. Sua madre le ha detto di non farsi troppe illusioni perché certi squali accettano solo raccomandati...
Sì, è vero. Ma nella vita tutto è possibile, no?


Un minuto...


Mohammed sbadiglia e barcolla un po’ a causa degli scossoni della metro. Involontariamente urta un ragazzo con uno zaino sulle spalle, che però non sembra farci molto caso. Deve essere pakistano come lui. O almeno, il loro aspetto è simile.
Da un’occhiata all’orologio. E’ in anticipo. Tutto perché è riuscito a prendere il pullman dieci minuti prima del solito... Perfetto. Il suo capo non avrà nulla di cui lamentarsi... anche se il più delle volte si lamenta perché si è pentito di aver assunto un uomo di colore e non cristiano, soprattutto... Poveraccio. Lo compatisce... Non ha ancora capito che le persone poco oneste si possono nascondere anche fra i bianchi... E che il terrorismo islamico non c’entra niente con un uomo come lui... Quelli sono solo fanatici.
Ma che vuoi fare, non cambierà mai.


Ci siamo...
Il vostro viaggio è giunto al termine, amici miei. So che qualcuno di voi non vede l’ora. Io, per primo, non vedo l’ora.
Finalmente, dopo anni di apprendistato, sono pronto al grande passo. Sono pronto a conquistarmi un posto in Paradiso. Allah è grande… I miei compagni, compresi quelli che sono stati arrestati recentemente, quando mi ricorderanno, quando rivendicheranno la mia morte, saranno fieri di me. I cristiani sono nemici della mia religione.
Devono morire...
Mi alzo in piedi, urto un uomo che spinge un passeggino verso l’uscita.
Tre...
Due...
Uno...

sabato 18 ottobre 2008

Il Nuovo Cd di Laura


DAL 14 NOVEMBRE IN TUTTI I NEGOZI. IL 22/10 SUL SITO www.corriere.it SI PUO' VEDERE IL VIDEO DEL SINGOLO "INVECE NO" IN ANTEPRIMA, NON PERDETEVELO

domenica 5 ottobre 2008

LAURA PAUSINI...LA MIA CANTANTE PREFERITA... SABATO 27 SETTEMBRE SI E' TENUTO A RIMINI IL RADUNO DEL SUO FAN CLUB...E' STATA UNA GIORNATA FANTASTICA!!!
ESCE IL 14 NOVEMBRE IL SUO NUOVO CD, INTITOLATO "PRIMAVERA IN ANTICIPO". IL PRIMO SINGOLO DA META' OTTOBRE

venerdì 3 ottobre 2008


New York. (Time Square nella foto)
Ci ho vissuto un mese nell'estate del 2007.. un'esperienza unica.
E' un mondo totalmente diverso dal nostro...
Grandiosa, veemente, artistica, moderna, caotica, multiculturale, romantica....sempre in movimento (anche di notte)...New York è questo è molto altro ancora...

lunedì 7 gennaio 2008

UN RACCONTO: JOE E SARAH, ATTO D'AMORE

Sarah guarda l’orologio. Le due del pomeriggio, già passate da un paio di minuti.
Il tempo scorre veloce e fluido. Stagioni che passano lasciando qua e là qualche traccia in questo mondo, che a volte è ingiusto, a volte ti fa rimanere a bocca aperta, ti fa sorridere o scontrare con persone che potrai amare come odiare. Momenti in cui puoi sognare liberamente si alternano ad altri, dove vi è solo buio, nero, notte.
Lei li ha vissuti tutti.
E adesso, o in quegli ultimi mesi, non può fare a meno di guardare la gente che le passa accanto e chiedersi quanti di loro avrebbero agito come lei ha agito. Quanti avrebbero avuto davvero il coraggio?
Non si sente in colpa, ne a disagio.
Ma il brusio dell’aula di tribunale, il ticchettio dell’orologio e l’attesa l’aiutano a ricordare...

"Non sai quante cose mi hanno raccontato sull’America. Sarebbe bello visitarla, andare a New York, in California. Potremmo…".
La dolcezza di quella voce è incredibile.
"Cavoli, l’America, beh, non è dietro l’angolo".
"Come al solito fai la difficile".
"No, Joe, non faccio la difficile. Sono realistica. Costa un sacco di soldi la vita in quel posto... e poi non sarà mica il Paradiso!".
"Che sciocca che sei. E sei anche parecchio egoista. A me non pensi mai, vero?".
"Ehi, ma cosa dici.
..".

Forse non dovrebbe ricordare. Ma non ha la forza di reprimere quei pensieri. Man mano, una alla volta, riemergono. Sono ricordi senza radici che comunque sopravvivono, ricordi di una sorta di condannata a morte nella sua ultima notte.
Joe, la sua compagna, pare essere ancora lì, al suo fianco. Le sembra di sentire le sue mani sulle spalle, le braccia che le circondano la vita, quel sorriso...

"Si può sapere che cosa è successo? Che è quella faccia?".
Joe la guarda. Basta questo per risollevarle il morale.
"Lo so, hai ragione, un casino. Tuo fratello è un idiota".
"Che c’entra Stefano?".
"C’entra. Gli ho detto che ci piacerebbe andare in America. Non avrei dovuto farlo. Si è incazzato come una bestia. Poco ci è mancato che ci prendessimo a sberle".
"Dio mio, Elettra. Ma perché non cercate di andare d’accordo?".
"Perché è una causa persa".
"Anche il nostro rapporto?".
"Ma dai, Joe, come puoi solo pensare...":
"Non lo so, sei strana. Non c’è nessun altro, vero?".
"No, tesoro, no. Te lo giuro. E’ vero, non sono una santa, ma non voglio rovinare tutto".
"Lo pensi veramente?".
"Sì, certo".
Dolce bacio sulle labbra.
"Ehi, Joe, me lo fai un sorriso?".
Joe sorride. Ed è il più bel sorriso del mondo.
"Sei perdonata. E anche fortunata. Perché ti amo troppo per avercela con te".
"Anch’io ti amo, Joe. Amo te, il mondo, tutti quanti
".

Non è affatto vero che ama il mondo e tutti quanti...
E’ nell’aula di tribunale, sì. Il suo corpo è seduto al banco, ma la sua anima non c’è. La sua anima è tornata in quell’ospedale, nella stanza, tra il suono stridulo delle macchine e l’odore acre dei medicinali.
Li sente ancora e i suoi nervi si tendono come corde di violino.
Che cosa ci faceva Joe lì? Perché proprio lei? Non aveva mai fatto del male a nessuno... quell’uomo, quel bastardo che l’ha investita ed è scappato lasciandola in mezzo ad una strada merita una punizione. Lo odia. Lo odia e prova una gran pena, perché magari ha una moglie, dei figli.
Intanto Sarah rischia dieci anni di galera. Dieci lunghi anni in una cella. Dieci anni perché aveva aiutato la persona che amava ad andarsene.
Ma a Sarah non gliene frega un cazzo della prigione. Se vogliono rinchiuderla che lo facciano, perché la sua vita che cosa sarebbe?
Gli echi rimbombano nella sua testa.
E gran parte di quelle parole vanno perdute...

"Quindi lei ammette di aver staccato la macchina che alimentava artificialmente Joe Mancuso".
La voce dell’avvocato dell’accusa.
"Sì".
"Amava Joe Mancuso, signorina?".
"Certo".
"Ne è sicura?".
"Le dico di sì".
"E allora perché l’ha uccisa?".
"Io non l’ho uccisa. E’ stata lei a chiedermi di farlo".
Baccano.
Un ragazzo si alza in piedi. E’ Stefano, il fratello di Joe.. Piange.
"Sei una bugiarda!" urla "Sei solo un infame bugiarda, Sarah!".
Il rumore del martello del giudice.
"Ora basta, ordine!".
"Vostro onore, questa donna mente, mia sorella...".
"Portatelo via".
Confusione.
Due guardie lo afferrano.
Lui continua ad urlare mentre lo trascinano fuori di peso.
La porta sbatte.
L’accusa riapre il fuoco.
"Signorina, assume droghe?".
"No".
"Mai assunto droghe prima?".
"Mai".
"Neanche quel giorno le aveva prese?".
"Non le ho mai prese, non so che cosa dirle".
"Vostro onore, ritengo l’imputata alquanto reticente".
Mormorii in aula.
"Non ho altre domande".

Rumore di porte che si aprono e fruscii di toghe.
Passi.
L’anima di Sarah torna nel corpo.
L’immagine del giudice dapprima è offuscata. Poi i contorni si delineano. E’ alto, spalle larghe e il suo viso ricorda quello scolpito sulle tombe dei faraoni egiziani.
Alza la testa e guarda i presenti, dall’alto della sua potenza.
La voce viene dal profondo di una caverna.
- La corte ha raggiunto il verdetto? – chiede.
Silenzio.
Dura qualche secondo.
L’incaricato si schiarisce la gola. In mano ha un foglietto bianco.
- Sì, vostro onore -