sabato 25 ottobre 2008

RACCONTO: VIAGGIANDO IN METRO

Mancano dieci minuti... solo dieci minuti.
Maledizione! Questa metropolitana è troppo piena, ancora un po’ e soffoco, vorrei tanto poter essere più vicino alla finestra per respirare meglio, ma non posso muovermi. Non posso. Non ancora...


Sara guarda l’orologio e poi sbircia lo schermo del suo cellulare. Lui non le ha ancora risposto al messaggio di ieri sera. Perché? Cosa aveva scritto di male?
Ti amo.
Due parole. Due splendide parole, dolci, sincere, semplicemente la verità.
Ormai si frequentavano da un paio di mesi. All’inizio non gli piaceva, sembrava il classico sbruffone che le ragazze le usa soltanto.
Invece, pian piano, si era resa conto che forse era diverso. Non era come le sue amiche lo descrivevano. Era gentile con lei. L’aveva portata al cinema, al lago... posti meravigliosi.
E adesso? Com’è che i ragazzi si spaventano sempre davanti ad una frase come TI AMO?
Voleva sapere la risposta.
Era già successo una volta che un ragazzo le era sfuggito per colpa di un messaggio.
Stavolta no. Thomas non sarebbe andato da nessuna parte.



Poche fermate e poi sarà tutto finito. Spero soltanto di non essermi dimenticato niente. Con tutte queste persone non si sa mai. Uno potrebbe allungare una mano e frugarti nello zaino, per poi scappare. Nel mio caso, non troverebbero niente di valore, perché non ho portato denaro con me. Il denaro in queste situazioni non serve.
Che succede?
Oh, no. Ecco che ci risiamo. Ci mancava solo il violinista...


Niko si fa largo fra la folla e inizia a suonare, come tutte le mattine alla stessa ora. Non racimola granché e suo padre, quando rientra la sera tardi, non perde occasione per rimproverarlo. Forse, dovrebbe imparare a suonare meglio o dovrebbe suonare qualcosa di più allegro. Ma lui non conosce canzoni allegre. L’unica musica che conosce è quella del suo paese, la Romania. Quanto tempo che non vede la Romania... tantissimo. Una vita intera.


Cinque minuti...
Grazie a Dio tra poco mi libererò di questo fardello. Non si poteva attendere oltre.


Giorgio prende cinquanta centesimi dal portafoglio e li mette nel bicchiere di carta dello zingaro, che trascina un violino quasi più pesante di lui. Un attimo dopo aver ascoltato il rumore sordo della moneta sul fondo del contenitore, si chiede perché l’ha fatto. Non da mai soldi agli zingari e un sacco di volte gli hanno raccomandato di non cedere ad un simile senso di pietà, perché sarebbe come contribuire all’alimentazione di un racket che sfrutta i bambini per ottenere denaro sporco.
Sua moglie lo sta guardando. Sorride.
La loro bambina sta dormendo nel passeggino. Strano, di solito fa i capricci appena salgono in metropolitana.
C’è una prima volta per tutti...


Tre minuti...
La gente intorno a me, zingaro compreso forse, crede che io debba provare terrore, quel terrore tipico di ogni essere umano nei confronti della morte, nei confronti della solitudine. Credono che io debba vergognarmi, sentire quel senso intollerabile di ansia, nausea e senso di colpa che caratterizza gli esseri che commettono una sciocchezza irreparabile.
Invece no. Non mi sento in colpa.
E non ho paura. I miei maestri mi hanno insegnato a non averne...


L’oroscopo non promette niente di buono. Francesca non può evitare di pensarlo. Appena ha letto le previsioni della giornata, ha capito che non sarebbe dovuta uscire di casa. C’è la verifica di matematica, oggi. Lei è una frana in matematica. Senza contare che ci sono le prove del suo gruppo, alle quattro.
Hanno mandato il loro cd con alcune basi ad una casa discografica.
Sono passati due giorni dalla spedizione e già non sta più nella pelle. Sua madre le ha detto di non farsi troppe illusioni perché certi squali accettano solo raccomandati...
Sì, è vero. Ma nella vita tutto è possibile, no?


Un minuto...


Mohammed sbadiglia e barcolla un po’ a causa degli scossoni della metro. Involontariamente urta un ragazzo con uno zaino sulle spalle, che però non sembra farci molto caso. Deve essere pakistano come lui. O almeno, il loro aspetto è simile.
Da un’occhiata all’orologio. E’ in anticipo. Tutto perché è riuscito a prendere il pullman dieci minuti prima del solito... Perfetto. Il suo capo non avrà nulla di cui lamentarsi... anche se il più delle volte si lamenta perché si è pentito di aver assunto un uomo di colore e non cristiano, soprattutto... Poveraccio. Lo compatisce... Non ha ancora capito che le persone poco oneste si possono nascondere anche fra i bianchi... E che il terrorismo islamico non c’entra niente con un uomo come lui... Quelli sono solo fanatici.
Ma che vuoi fare, non cambierà mai.


Ci siamo...
Il vostro viaggio è giunto al termine, amici miei. So che qualcuno di voi non vede l’ora. Io, per primo, non vedo l’ora.
Finalmente, dopo anni di apprendistato, sono pronto al grande passo. Sono pronto a conquistarmi un posto in Paradiso. Allah è grande… I miei compagni, compresi quelli che sono stati arrestati recentemente, quando mi ricorderanno, quando rivendicheranno la mia morte, saranno fieri di me. I cristiani sono nemici della mia religione.
Devono morire...
Mi alzo in piedi, urto un uomo che spinge un passeggino verso l’uscita.
Tre...
Due...
Uno...

sabato 18 ottobre 2008

Il Nuovo Cd di Laura


DAL 14 NOVEMBRE IN TUTTI I NEGOZI. IL 22/10 SUL SITO www.corriere.it SI PUO' VEDERE IL VIDEO DEL SINGOLO "INVECE NO" IN ANTEPRIMA, NON PERDETEVELO

domenica 5 ottobre 2008

LAURA PAUSINI...LA MIA CANTANTE PREFERITA... SABATO 27 SETTEMBRE SI E' TENUTO A RIMINI IL RADUNO DEL SUO FAN CLUB...E' STATA UNA GIORNATA FANTASTICA!!!
ESCE IL 14 NOVEMBRE IL SUO NUOVO CD, INTITOLATO "PRIMAVERA IN ANTICIPO". IL PRIMO SINGOLO DA META' OTTOBRE

venerdì 3 ottobre 2008


New York. (Time Square nella foto)
Ci ho vissuto un mese nell'estate del 2007.. un'esperienza unica.
E' un mondo totalmente diverso dal nostro...
Grandiosa, veemente, artistica, moderna, caotica, multiculturale, romantica....sempre in movimento (anche di notte)...New York è questo è molto altro ancora...